Abstract: The purpose of this article is to succinctly demonstrate the shortcomings of conventional geopolitical theories and to highlight the need for a more all-encompassing strategy that goes beyond critical and classical viewpoints. Jeremy Black's approach shows promise; in addition to territorial and strategic conflicts, he suggests studying geopolitics as a politically influential intellectual tradition that aids in understanding the crystallization of national security traditions. Several historians in the last few decades proved that geopolitical concepts from the classical school are useful in explaining great powers' grand strategy, its successes and its failures. The paper also discusses the contributions of historical sociology to geopolitical theory, with a special focus on State power and predicting the outcome of international conflicts. The article acknowledges the predictive value of Collins's geopolitical theory in understanding the dynamics of the Cold War and subsequent political-strategic frameworks. A critique of critical geopolitics is also offered, centred on the shortcomings of a logo-centric, postmodernist, and subjectivist approach.
Lo scopo di questo articolo è dimostrare in modo sintetico le carenze delle teorie geopolitiche convenzionali, mettendo in evidenza la necessità di una strategia onnicomprensiva che vada oltre i punti di vista critici e classici. L'approccio di Jeremy Black è promettente: oltre che per studiare i conflitti territoriali e strategici, egli suggerisce di studiare la geopolitica come tradizione intellettuale politicamente influente che aiuta a comprendere la cristallizzazione delle politiche di sicurezza nazionale. Diversi storici negli ultimi decenni hanno dimostrato che i concetti geopolitici della scuola classica sono utili per spiegare la grande strategia delle grandi potenze, i suoi successi e i suoi fallimenti. L'articolo discute anche i contributi della sociologia storica alla teoria geopolitica, con particolare attenzione al potere dello Stato e alla previsione dell'esito dei conflitti internazionali. L'articolo riconosce il valore predittivo della teoria geopolitica di Collins nella comprensione delle dinamiche della Guerra Fredda e dei successivi quadri politico-strategici. Viene inoltre offerta una critica alla geopolitica critica, incentrata sulle carenze di un approccio logo-centrico, postmodernista e soggettivista.
Keywords: Geopolitics, Critical Geopolitics, Mackinder, Spykman, Mahan, Collins, Historical Sociology, Jeremy Black.
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